Porcellane di Capodimonte
L’arte figurativa totale, la scultura e la pittura si fondono insieme con i primi rudimenti di porcellana. Per opera dei cinesi nel 500 a.C. nascono i primi pezzi unici e, per la prima volta nella storia dell’arte, molteplici tentativi si effettuano in tutto il mondo finché nel 1743 Carlo 3° di Borbone fonda la prima manifattura europea sulla collina di Capodimonte.
Più tardi Napoleone autorizza a sfruttare l’imperiale iniziale, la famosa N coronata per premiare la qualità irripetibile dell’impasto. Ma da cosa è formato in realtà questo impasto? Semplicemente da terra di caolino, più misteriosamente da formule segrete che fanno di Capodimonte unica al mondo.
Si conosce ben poco o niente di queste magiche alchimie della scuola di Capodimonte. Solo parte delle tecniche sono note: cottura a 1240° e conseguente vetrificazione. Sembra facile! Ma è proprio nell’istante della vetrificazione che le formule segrete e la mano dell’artista si rivelano determinanti nella riuscita dell’operazione, ciò determina il carattere dell’alto livello di manipolazione. Infine la colorazione, fatta con pigmenti in polvere, anch’essi segreti che vengono mescolati con ricette personali ed essenze naturali di trementina, lavanda ed altri oli essenziali ed ogni colore cuoce alla sua temperatura. Taluni colori sono addirittura preziosi come l’oro zecchino 24K, che necessita con la finitura lucida di cotture uniche e separate.
Prima Medardo Rosso, poi Rodin e Picasso e tanti altri scultori che tentarono le formule della porcellana per alcune loro sculture non ottennero che ceramiche, dichiararono che la loro artisticità non era in grado di imitare le porcellane di Capodimonte, uniche nei secoli.